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Prova costume in vista? Ritrova la forma con il chitosano

Prova costume in vista? Ritrova la forma con il chitosano

29 Giugno 2024

L’estate sta arrivando, tutto molto bello: il sole, il mare e… la prova costume che puntuale come un orologio svizzero incombe su di noi. Quest’anno vi siete lasciati particolarmente andare ai richiami del gusto? Se sentite l’esigenza di ritrovare la forma, cosa ne dite di provare il chitosano? Certo, non vi aspettate faccia prodigi, ma questo integratore alimentare in grado di contrastare l’assorbimento di grassi, può diventare un prezioso alleato per non farsi trovare impreparati sul bagnasciuga.

Chitosano: cos’è

Il chitosano è una molecola che si estrae dal guscio dei crostacei e che si trova all’interno di numerosi integratori per il benessere del corpo. Accompagnato ad una dieta ipocalorica, il chitosano può rivelarsi utile per il controllo del peso, ma anche per favorire il senso di sazietà e ridurre quindi lo stimolo della fame. Un po’ come un filtro, questo integratore evita che il grasso si depositi dove tutti noi non vorremmo si depositasse, nei cosiddetti “punti critici”, come addome, fianchi e glutei.

Attenzione però: assumere il chitosano non significa potersi abbandonare agli eccessi. Controllate sempre l’alimentazione, riducendo l’apporto di grassi a favore di proteine, frutta e verdura.

Chitosano, chi non può utilizzarlo

Prima di assumere il chitosano è utile consultare un medico o un farmacista per farsi indicare la strada giusta. Non prolungate troppo l’utilizzo dell’integratore che potrebbe limitare l’assorbimento di minerali e di grassi essenziali all’organismo.

Se siete incinta, infine, evitate di assumere il chitosano. Lo stesso vale per chi è allergico ai crostacei.

In farmacia trovate numerosi integratori completi di questo straordinario ingrediente: l’alleato perfetto per tornare in forma in vista della bella stagione.

Diarrea del viaggiatore: ecco cosa sapere per evitarla e combatterla

Diarrea del viaggiatore: ecco cosa sapere per evitarla e combatterla

27 Giugno 2024

Forse non conoscete il nome "tecnico" ma di sicuro molti di voi l'avranno subita. Parliamo della "diarrea del viaggiatore", un disturbo che colpisce dal 20 al 50% dei vacanzieri.

La cause sono molteplici e vanno dai normali virus, parassiti e batteri, fino allo stress, il cambio di alimentazione, il clima e l'altitudine.

Generalmente la sintomatologia, che si manifesta nei primi giorni di viaggio, comprende scariche diarroiche, associate a dolori addominali, nausea, sensazione di malessere generale e febbre. Attualmente non esistono vaccini o misure farmacologiche preventive ma, per fortuna, si possono seguire dei piccoli accorgimenti per evitarla.

La prevenzione "salva vacanza"

Per prima cosa rilassatevi, lo stress è nemico della pancia. Stop all'ansia e partite sereni.

In più ricordatevi di:

  • lavare sempre le mani prima di mangiare, ridurrete il rischio di contagio del 30-40%;
  • portate con voi un beauty con tutti i medicinali per intervenire, fermenti lattici e sali;
  • mangiate cibi ben cotti, carne, pesce o verdura;
  • evitate carne al sangue, uova o pesce crudo, latte non pastorizzato, frutta senza buccia già lavata;
  • attenzione ai colpi d'aria (soprattutto di aria condizionata);
  • lavatevi i denti con acqua in bottiglia.

E mi raccomando, siete in vacanza: prendetevela comoda! Il vostro corpo si deve abituare gradualmente al cambio di orari, cibo e stile di vita. Tutto ciò che è repentino potrebbe causarvi dei fastidi che andrebbero a rovinare il vostro meritato periodo di riposo e divertimento.

Un consiglio? Prima di partire fatevi un bel giro in farmacia. Il personale specializzato saprà darvi i giusti rimedi nel caso dovessero servirvi.

Cistite, perché è più frequente in estate?

Cistite, perché è più frequente in estate?

25 Giugno 2024

L'estate è arrivata, siamo pronte per partire! Costumi, creme solari, parei e… o no, la cistite! Una patologia davvero fastidiosa: l'infiammazione della vescica provocata da un'infezione delle vie urinarie, che solitamente è dovuta alla presenza di batteri, in estate – e non solo – è una cattiva compagna.

Ma vi siete mai chieste perché in estate è più frequente? Ve lo diciamo noi!

Cistite, quali sono le cause?

Questo disturbo colpisce prevalentemente le donne e ha diverse cause. Tra i fattori scatenanti più comuni, troviamo:

  • una cattiva o scorretta igiene intima;
  • l’abitudine sbagliata di trattenere a lungo le urine;
  • l'utilizzo di cosmetici spesso irritanti.

Una compagna di vacanza indesiderata

In estate, questo disturbo si presenta in modo più frequente e a volte con sintomi più acuti. Questo perché:

  • il caldo indebolisce il sistema immunitario favorendo la formazione di batteri;
  • la sudorazione provoca un aumento della concentrazione degli agenti irritanti presenti nelle urine, che infiammano le mucose;
  • l'acqua del mare, del lago o della piscina possono contenere batteri che indeboliscono le difese della mucosa vaginale;
  • la sabbia è un ricettacolo di germi che agevolano le infezioni;
  • il costume bagnato è, di fatto, un ambiente umido e facilita la formazione di batteri.

Per prevenire questa fastidiosa patologia è bene seguire qualche buona abitudine. Utilizzate detergenti intimi che rispettino il PH vaginale, cambiate il costume dopo aver fatto il bagno, lavatevi in modo corretto le parti intime e bevete almeno 2 litri di acqua al giorno per diluire le urine ed evitare la proliferazione batterica.

In ogni caso, però, chiedete sempre al vostro farmacista di fiducia i prodotti migliori per la prevenzione o la cura di questa patologia, cosi da vivere serenamente ogni giorno della vostra estate!

Stop all´acne controllando i livelli di vitamina B12

Stop all´acne controllando i livelli di vitamina B12

22 Giugno 2024

Generalmente compare intorno ai 14 anni e accompagna per tutta la durata dell'adolescenza. Stiamo parlando dell'acne, una malattia delle pelle di origine infiammatoria, che provoca fastidiosi inestetismi a livello cutaneo. Questa patologia può perdurare anche in età adulta e spesso, lasciando segni visibili sull'epidermide, risulta fastidiosa sia a livello estetico che psicologico.

Per questo, per una corretta azione curativa e di prevenzione, è importante conoscerne le cause.

Vitamina B12: attenti alla quantità!

Una dei fattori scatenanti dell'acne, è la presenza di un batterio, il Propionibacterium acnes e dell'eccessiva dose di Vitamina B12 nell'organismo. In particolare è stato dimostrato come l'aumento nel nostro corpo della cobalamina presente in questa vitamina, stimoli il batterio a produrre maggiori quantità di porfirina, una molecola che, attaccando la pelle e le ghiandole sebacee, ne causa la distruzione, favorendo l’insorgere dell’acne.

Alimentazione, alleata della pelle

Per questa ragione l'alimentazione può giocare un ruolo fondamentale nella cura di questo disturbo. Vediamo come.

La Vitamina B12, è presente negli alimenti proteici di origine animale come la carne rossa e bianca, il pesce (aringhe e sgombri), le uova, i latticini e i molluschi. Una dieta ricca di questi cibi, quindi, favorirebbe il formarsi dell'acne, soprattutto in quei soggetti più predisposti. Ridurre l'assunzione di questo tipo di alimenti, optando per un regime alimentare più diversificato, può diminuire il manifestarsi della malattia.

Oltre all'alimentazione, per combattere a livello locale questi inestetismi, potete chiedere consiglio al vostro farmacista di fiducia che saprà indicarvi i prodotti più adatti, per una corretta detersione e una cura più mirata della vostra pelle.

Melatonina contro l’ovaio policistico: la scoperta è italiana

Melatonina contro l’ovaio policistico: la scoperta è italiana

20 Giugno 2024

Una donna su 10 soffre di ovaio policistico: una patologia metabolica ed endocrinologica molto diffusa, legata ad uno squilibrio tra ormoni femminili e maschili.

Le pazienti che soffrono di questo disturbo hanno una produzione massiccia di androgeni ed una scarsità di estrogeni, i tipici ormoni della femminilità.

Visivamente, i più frequenti sintomi della patologia sono un’aumentata peluria sul viso, una fragilità dei capelli – che cadono più facilmente – ed intense eruzioni cutanee ed acneiche.

Il quadro clinico delle donne affette da questa patologia, può anche risultare aggravato da una maggiore resistenza all’insulina: la sindrome dell’ovaio policistico, in alcuni casi, può scatenare diabete ed ipertensione.

Il sintomo più importante ed eclatante, però, è l’irregolarità del ciclo mestruale, che può essere completamente assente o molto scarso.

Melatonina per curare l’ovaio policistico

Un recente studio condotto da un team di ricercatori italiani ha verificato possibili connessioni tra l’assunzione di melatonina e il miglioramento della sindrome dell’ovaio policistico.

Cosa c’entra l’integratore del sonno con le patologie ormonali?

La melatonina gode di note virtù antiossidanti, ideali contro gli stati infiammatori, di precoce degenerazione ed invecchiamento cellulare.

Nel caso dell’ovaio policistico, la melatonina si è dimostrata molto efficace nel salvaguardare i follicoli dallo stress ossidativo e nel migliorare la qualità dell’ovulo stesso, portandolo anche a corretta maturazione.

I vantaggi di assumere melatonina per curare l’ovaio policistico?

L’assenza di terapie farmacologiche: la melatonina, infatti, non è un medicinale, ma un integratore ed è quindi libero da effetti collaterali.

Chiedi consiglio al tuo medico ed al tuo farmacista: l’ovaio policistico, da oggi, può essere trattato in modo più naturale.

Tachipirina in allattamento: ecco cosa sapere

Tachipirina in allattamento: ecco cosa sapere

18 Giugno 2024

Tachipirina sì o no, durante l’allattamento? Recenti ricerche scientifiche danno il via libera alle mamme. Il principio attivo contenuto all’interno della Tachipirina – il paracetamolo – è perfettamente compatibile con l’allattamento al seno.

Niente paura, quindi: le proprietà analgesiche ed antipiretiche della Tachipirina, che permettono di abbassare la febbre, di lenire i dolori fisici come il mal di testa, e di combattere i disturbi influenzali, quali il mal di gola, non sono dannose per la salute del lattante.

C’è però una raccomandazione da non dimenticare: la Tachipirina deve essere assunta nelle dosi corrette – mai superare i 2 grammi al giorno – e nei giusti tempi di somministrazione, con intervalli di circa 8 ore, per non più di 3 giorni consecutivi. Seguendo queste accortezze il farmaco sarà completamente sicuro per le mamme influenzate che stanno allattando e per i loro figli.

Ma non è tutto: la Tachipirina, infatti, è particolarmente indicata e prescritta anche per curare la mastite con febbre, una patologia molto diffusa durante l’allattamento. Prima di ricorrere ad una cura antibiotica, da effettuare previo consulto medico, l'infiammazione acuta della ghiandola mammaria può essere trattata sfruttando le proprietà curative della Tachipirina. Anche in questo caso, per rendere il farmaco innocuo per il bimbo, è fondamentale rispettare tempi, modalità e dosi di somministrazione.

Mamme che volete affidarvi alla Tachipirina per curare i vostri malanni, state tranquille: gli studi parlando di un diluizione del farmaco nel latte inferiore al 2%. Merito del lavoro dell’intestino e dei filtri di assorbimento capaci di ridurre al minimo i rischi per il piccolo, che non risentirà in alcun modo della cura medica. E se volete essere ancora più sicure, assumete il farmaco subito dopo la poppata. In questo modo, i principi attivi della Tachipirina saranno pressoché assenti nel latte assunto da vostro figlio.
Bite per i denti: a cosa serve?

Bite per i denti: a cosa serve?

08 Giugno 2024

Lo avete sicuramente visti in farmacia: il bite per i denti, trasparente e preformato, è una speciale mascherina che si automodella sulla forma dell’arcata dentale. Di cosa si tratta? Di un accessorio alleato della salute, disponibile ad un costo contenuto, che spesso si utilizza per trattamenti di breve durata finalizzati a risolvere i problemi dell’apparato masticatorio.

Ma, di preciso, a cosa serve il bite?

Ecco i 3 utilizzi più diffusi di questo dispositivo medico.

  1. Il bite cura la malocclusione: quando i denti dell’arcata superiore coincidono male con quelli inferiori, la mascella non è allineata alla mandibola. Colpa di abitudini sbagliate, come l’utilizzo prolungato del ciuccio da bambini, o di una conformazione genetica. La conseguenza? La malocclusione può dare vita a scompensi della postura anche gravi e cronici.
  2. Il bite previene il mal di schiena posturale: spesso, il gesto di digrignare i denti può provocare nel tempo mal di schiena e mal di testa. Colpa della malocclusione dell’apparato masticatorio che infiamma l’articolazione temporo-mandibolare e scarica il dolore sulla schiena.
  3. Il bite limita il bruxismo: il gesto involontario di serrare e digrignare i denti, di giorno e di notte, può deteriorare i denti e infiammare le articolazioni. Utilizzando il bite, invece, l’arcata superiore viene placcata, così da favorire il rilassamento dei muscoli mandibolari e dell’intera bocca.

Prima di acquistare un bite, però, assicuratevi di avere il consenso di un medico o di uno specialista: solo con una diagnosi corretta del vostro problema potrete risolverlo in tutta sicurezza.

I farmaci che non possono mai mancare in casa

I farmaci che non possono mai mancare in casa

06 Giugno 2024

Febbre improvvisa, mal di testa, dolori muscolari, una scottatura mentre si cucina o una contusione per una caduta. Quante volte ci è capitato di sentirci poco bene o di farci male, magari durante il weekend, senza avere la possibilità di consultare il nostro medico o il nostro farmacista di fiducia!

Una farmacia dietro l'angolo

Sono molti i casi in cui ci servirebbe avere uno specialista come vicino di casa ma non avendo questa possibilità è importante tenere in casa una piccola farmacia munita di tutti i medicinali di prima necessità. Stiamo parlando di tutti quei prodotti da banco per cui non serve interpellare il medico ma che, con un po’ di buonsenso, possono risolvere piccoli problemi fisici che a volte compaiono senza preavviso.

Ecco allora una lista dei principali farmaci da tenere sempre nel vostro armadietto domestico dedicato alle medicine:

  • antifebbrili e antidolorifici, per combattere in modo efficace attacchi di febbre e dolori di varia natura;
  • antiacido, da usare in caso di bruciori di stomaco;
  • lassativi o antidiarrotici, per la regolazione dell'attività intestinale;
  • antistaminico, che aiuta a ridurre i sintomi causati da reazioni allergiche;
  • una crema a base di ossido di zinco per alleviare le infiammazioni cutanee;
  • una pomata antidolorifica, per lenire i dolori muscolari o quelli causati da contusioni;
  • disinfettante, garze e cerotti, per medicare le ferite superficiali;
  • termometro, per la misurazione delle temperatura.

L'importanza di conservare bene

Quando si parla di medicinali è necessario prestare attenzione alla data di scadenza ed evitare di tenere in casa prodotti ormai scaduti. Ma non solo.

Per conservarli in modo corretto occorre riporli lontano dalla luce, in un ambiente fresco e asciutto, al riparo dall’umidità e dal calore eccessivo e, possibilmente, lontano dalla portata dei bambini.

Non mischiate prodotti con uso diverso, per esempio per l'igiene personale, tenete tutti i foglietti illustrativi all'interno delle confezioni e mantenete i farmaci sempre in ordine per tipologia, cosi da evitare scambi o errori nell'assunzione.

Un ultimo accorgimento? Consultate sempre il vostro farmacista nella scelta dei prodotti e tenete ben in vista i numeri telefonici di emergenza come la guardia medica, il pronto soccorso e le farmacie più vicine.

Conosci la pitiriasi rosea? Ecco sintomi e cure

Conosci la pitiriasi rosea? Ecco sintomi e cure

04 Giugno 2024

Alcuni la conoscono con il nome di pitiriasi rosea, altri la conoscono come pitiriasi rosa di Gibert.

La maggioranza delle persone, però, ignora l’esistenza di questa patologia della pelle.

Di cosa si tratta?

Di una malattia dermatologica che si manifesta con macchie di colore rosaceo diffuse spesso sul viso, sul cuoio capelluto e sul tronco del paziente.

Le macchie frequentemente hanno una superficie secca e desquamata e causano una sensazione di prurito.

Una malattia non contagiosa, che spesso è scatenata da periodi di forte stress o dall’affaticamento dell’organismo durante il cambio di stagione.

Come essere certi che si tratti di pitiriasi rosea di Gibert?

Controllando se sulla cute è presente una macchia più grande delle altre, di colore rosso o rosa: si tratta della cosiddetta “macchia madre” da cui si originano, nell’arco di pochi giorni, una serie di “macchie figlie” che vanno a ricoprire il corpo.

Come si cura la pitiriasi rosea?

La pitiriasi rosea di Gibert ha un decorso naturale di circa 10 settimane e non richiede alcuna terapia farmacologica.

È possibile, tuttavia, utilizzare alcuni prodotti per alleviare i principali sintomi legati alla malattia, come prurito e secchezza della pelle.

Se sentite pizzicare la pelle, chiedete al vostro medico il consenso ad utilizzare farmaci antistaminici per bocca e creme a base di cortisone, da spalmare sulle zone più colpite.

Contro il prurito si sono rivelate efficaci anche alcune pomate contenenti mentolo, che leniscono il fastidio e placano anche la sensazione di calore diffuso.

Se la pelle è desquamata e secca, invece, applicate delle creme emollienti e idratanti, rigorosamente neutre, senza profumi e parabeni.

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